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Riforma non autosufficienza e persone con disabilità: le proposte

Nella memoria depositata a margine dell'audizione a Palazzo Chigi sulla legge delega sulla non autosufficienza, la Federazione Italiana Superamento Handicap ha ribadito che le persone con disabilità rimangono tali anche quando divenute anziane. Ecco le proposte per un dialogo tra le due riforme, anziani non autosufficienti e disabilità

di Sara De Carli

Anche la Fish è stata audita nella mattinata del 5 giugno a Palazzo Chigi, dove si è tenuto l'incontro del “tavolo di ascolto” sulla legge delega al governo in materia di politiche in favore delle persone anziane e non autosufficienti. La Fish ha depositando una articolata memoria, ribadendo quanto già evidenziato durante l'iter di approvazione del provvedimento normativo, partendo dalla premessa «che le persone con disabilità rimangono tali anche quando divenute anziane e che le persone anziane che progressivamente perdono la loro parziale o tale autosufficienza, sono esse stesse persone con disabilità».

«Abbiamo portato sul tavolo della discussione una serie di proposte per la scrittura dei decreti applicativi. Dalla promozione delle condizioni di vita, di cura e di assistenza delle persone con disabilità, anziane e non, fino ai bisogni sociali, sanitari e sociosanitari, con particolare riguardo a quelli connessi alla condizione di non autosufficienza, che necessariamente non è correlata all’età ma alla condizione di disabilità», spiega il presidente della Fish, Vincenzo Falabella. La Fish valuta in maniera complessivamente positiva il testo della legge delega, ma segnala alcune criticità (qui un elenco fra quelle indicate):

  • Mancata differenziazione tra persone anziane con disabilità pregresse e persone anziane con disabilità sopraggiunta con l’età
  • Raccordo e coerenza tra le deleghe sulla non autosufficienza e legge delega sulla disabilità
  • Domiciliarità
  • Previsione sul caregiver

Cosa chiede la Fish? L’obbligo di tener conto del Progetto di Vita Personalizzato e Partecipato redatto ai sensi della legge 227/2021, di cui la persona è già eventualmente titolare. L’esplicita previsione in modo inequivocabile che le persone hanno il diritto di decidere dove abitare e con chi. Un coinvolgimento del Terzo settore e delle associazioni di riferimento delle persone anziane, anziane non autosufficienti e con disabilità, che devono essere inseriti come attori all’interno del CIPA-Comitato interministeriale per la popolazione anziana e avere un ruolo preminente nella stesura del “Piano nazionale per l’invecchiamento attivo, l’inclusione sociale” e il “Piano nazionale per l’assistenza e la cura della fragilità e della non autosufficienza”. Una specifica ed organica legge che riconosca, sostenga e valorizzi il ruolo o e le funzioni del Caregiver familiare. La copertura finanziaria del provvedimento deve essere garantita con finanziamenti specifici e non con il Fondo Non Autosufficienze, penalizzando le persone con disabilità.

«I prossimi step saranno cruciali per determinare l’efficacia del provvedimento. Ora ci viene richiesto massima concretezza nella scrittura dei decreti attuativi che dovranno avere come obiettivo principale quello di saper pienamente soddisfare i bisogni specifici dei nostri cittadini e cittadine con disabilità, anziani che vivono in una condizione di non autosufficienza. Occorre armonizzare gli interventi tra i Livelli Essenziali di Assistenza e Livelli essenziali delle prestazioni sociali. Occorre dare risposte certe alla grande platea dei familiari che accudiscono i propri cari, surrogandosi spesso ai servizi sanitari, socio sanitari e sociali», conclude Falabella.

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